Un verso di pace potrebbe apparire…
Creare la pace
Una voce dal buio gridò,
‘I poeti devono darci
un immaginario di pace, per scalzare l’intenso, familiare
immaginario del disastro. La pace, non solo
l’assenza di guerra’.
Ma la pace, come una poesia,
non esiste prima di esserci,
non si può immaginare prima che sia creata,
non si può conoscere se non
nelle parole che la creano,
una grammatica di giustizia,
una sintassi di reciproco aiuto.
Un sentimento nei suoi confronti,
una vaga percezione del ritmo, è tutto quel che abbiamo
finché non cominciamo a pronunciarne le metafore,
imparandole mentre parliamo.
Un verso di pace potrebbe apparire
se riuscissimo a riformulare la frase che le nostre vite stanno creando,
a revocare la sua riaffermazione di profitto e potere,
a mettere in dubbio i nostri bisogni, a concederci
lunghe pause . . .
Una cadenza di pace potrebbe bilanciare il proprio peso
su quel diverso fulcro; la pace, una presenza,
un campo di forza più intenso della guerra,
potrebbe allora pulsare,
strofa dopo strofa nel mondo,
ogni atto di vita
una delle sue parole, ogni parola
una vibrazione di luce—facce
del cristallo che prende forma.
(Denise Leverton , Creare la pace, Making peace)