La fragilità ci renderà più solidi…?
“La psicoanalista e filosofa Julia Kristeva, bulgara di nascita e francese d’adozione, si definisce europea anche se vede l’Europa fallire su tutto, soprattutto nella sanità. La viralità — spiega — da metafora è tornata a incarnarsi nelle nostre vite. E tuttavia ci sono tre lezioni da cogliere: che le tecnologie hanno soltanto amplificato: una radicale solitudine esistenziale; che dobbiamo riappropriarci del senso del limite; che avevamo rimosso la nostra mortalità. Ma si può ricominciare: la fragilità ci renderà tutti più solidi e durevoli”
(Corriere della sera – La lettura, 29/03/2020)
Una nuova fragilità solida sembra un facile gioco di parole, un affascinante ossimoro, eppure può diventare la direzione cui tendere per mantenere l’attenzione a ciò che ci fa sentire nutriti e stabili, all’interno dello scorrere di questa quotidianità inusuale: prolungare una telefonata per il piacere di raccontare se stessi, scrivere una lettera anziché un messaggio in chat, fare memoria di tanti ricordi significativi che intessono la trama della nostra vita e delle nostre relazioni